Quello di sabato sera con Saverio La Ruina è stato l’ultimo appuntamento con Scenari pagani26
Una rassegna che da sempre ha il compito di indagare tra i più interessanti, vivaci e poco tradizionali linguaggi ‘pagani’ della scena Italiana.
Un presidio, un laboratorio culturale, un Teatro-officine, dove andare per incontrarsi, discutere, rinsaldare il nostro senso di appartenenza ed esercitare il nostro impegno civico.
Il teatro è uno dei pochi luoghi in cui è possibile dare voce a quella comunità silenziosa in cerca di rappresentanza; di dare ascolto al frequente senso di spaesamento dovuto al dominio del mercato e udire quelle parole che vorremmo ascoltare dalla voce della società civile e che la società civile fatica a esprimere.
Ecco allora che il teatro, fuori dall’essere solo spettacolo, assolve la sua funzione non solo come un modo di evadere, di scappare, ma come un modo di incidere più profondamente sulle coscienze appassionate di tanti cultori del bello, del nuovo, del contemporaneo.
Con questo ultimo appuntamento non significa che smobilitiamo, come quando il circo se ne va, e al suo posto rimane solo una fossa vuota e i bambini non trovano più lo zucchero filato.
Noi continueremo a prenderci cura di questo piccolo seme (di cui scenari è solo una parte di un progetto più grande), a cui teniamo molto, chinandoci su di esso con amore e proteggendolo dalle intemperie.
Ma questo comporta fatica e ogni volta bisogna fare uno sforzo nuovo per ripartire. Ci si crede stanchi e invece abbiamo solo gli occhi chiusi perché è così che si pensa meglio, così ci si guarda dentro e ci si riconferma nella linea.
Facciamo nostre le parole di Paolo Grassi co-fondatore del Piccolo Teatro di Milano pronunciate nel lontano aprile 1946 eppure attualissime:
“Noi vorremmo che le autorità si formassero questa precisa coscienza del teatro, considerandolo come una necessità collettiva, come un bisogno del cittadino, come un pubblico servizio, alla stregua della metropolitana e dei Vigili del Fuoco”
Scenari26 è una casa accogliente, ha il sapore della resistenza ed è aperta ai curiosi e ai viaggiatori in transito. Non sappiamo, con chi e se, faremo ancora un pezzo di strada insieme o se il nostro incontro finisce qui. Sappiamo solo che è stato bellissimo farne una parte insieme, e lungo il cammino fare nuovi incontri, e senza parlare troppo, riconoscersi, chiamarsi per nome: Pinì, Lucrezia, Massi, Isaia, Rosanna, Raffaele, Piero, Rosaria, Matilde, Ciro, Peppe, Antonietta, Giuliana, Albina, Filo, Lucia, Ida, Maria, Carola, Raffaella, Marco, Nunzia, Sabrina, Antonella , Alfonso, Amedeo, Regina, Giovanni, Paolo, Luciana, Pina, Anna, Gerardo, Carla, Mena, Ezilda, Antonio, Giovanna, Gennaro, Teresa, Ketty, Pierpaolo, e tanti altri amici…
Finché ci sarete voi con la vostra curiosità e la vostra partecipazione spesso entusiasta, che ci carica e ci motiva, anno dopo anno, ci sarà Scenari pagani con tutto il suo complesso e articolato progetto, e molto di più. Ma soprattutto ci saremo noi, ad accogliervi, a braccia aperte.
Arrivederci presto!