Sarà la compagnia “Vetrano-Randisi” la protagonista del terzo appuntamento di “Scenari pagani 24”. “Totò e Vicè”, prodotto da “Le tre corde – Diablogues”, si svolgerà venerdì 4 febbraio, alle 20.45, nell’auditorium del Centro sociale di Pagani per la regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi che saranno anche in scena, disegno luci di Maurizio Viani, costumi di Mela Dell’Erba, tecnico luci e audio Antonio Rinaldi.
La serata, come al solito, sarà preceduta dall’AperiSpettacolo a cura di Ritratti di territorio con i vini di “Famiglia Pagano 1968”.
La trama
Il teatro, il vero teatro, il teatro che ti toglie il fiato con un nulla, il teatro che non distingue tra vivi e morti, il teatro che ti sfugge di mano e intanto però ti insegna il mistero dell’amore, il teatro che ti sembra logoro ed effimero e che al contrario ti riempie l’anima fino alla commozione più grata.
In un magistrale gioco di ombre e lumini da cimitero, appaiono i due personaggi, due clown-clochard spogliati dei vezzi comici, ma senza perdere del tutto l’ironia, che sognano o si sognano a vicenda, senza sapere in fondo se sono loro i vivi o i morti del camposanto. Impossibile se non inutile spiegarne la trama. La bellezza del teatro di Scaldati sta negli assunti fulminanti dei suoi dialoghi quasi “metafisici”. Ma quelle parole arrivano dritte in quei cuori che Vicè dice fatti di mollica, sognando strade fatte di legno, proprio come il palcoscenico, dove Vetrano e Randisi giocano sul tema del doppio, dello specchio, dell’altro, scambiandosi domande semplici eppure profondissime. Uno spettacolo unico, incantevole, un vero capolavoro che con ritmi teatrali impeccabili sa arrivare lontano, laggiù in quell’indistinto crepuscolo dove vediamo allontanarsi a braccetto i due protagonisti che ci fanno ridere un po’ acre. Ci fanno pensare, sognare come in un film di Chaplin.
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