<<Sollecitato a intervenire nel dibattito sulle proposte da avanzare al governo per gli aiuti al nostro settore, al netto di quelle, sacrosante e giuste, già espresse da più parti, aggiungo due proposte>>.
Così il direttore artistico del sodalizio che ha sede presso il Centro sociale di Pagani.
<<Limitatamente alla formazione e ai rapporti con le scuole, per lenire la drammatica disoccupazione a cui andremo incontro nell’immediato futuro propongo, per i progetti PON, di abolire i bandi aperti solo ai docenti interni. I bandi per la partecipazione ai progetti PON devono tornare a essere aperti agli ESPERTI ESTERNI, così come è stato per anni, senza che i docenti interni abbiano una via preferenziale, come invece avviene attualmente, cosa che, diciamola tutta, è una vera schifezza. Da qualche anno la quasi totalità delle scuole emanano un bando aperto solo agli interni, e solo in seconda battuta, dopo avere ricercato la figura professionale richiesta dal progetto tra gli INTERNI all’istituto scolastico, eventualmente ricorrono ad un esperto esterno. La garanzia delle professionalità specifiche e delle pratiche del fare è alla base della stessa ideazione dei PON.
E’ necessario che le Istituzioni scolastiche titolari del progetto si avvalgano di formatori specifici con competenze di alta scuola che possano offrire ai ragazzi competenze trasversali e specialistiche, lontane dalle tradizionali materie di studio e contribuire a formare il personale della scuola con figure di alto profilo con competenze pratiche e titoli di studio specifici, che rendono inutile la preventiva ricerca tra il personale interno.
Inoltre i bandi PON sono un vasto piano di sostegno finanziario allo sviluppo del sistema di istruzione e formazione delle regioni del mezzogiorno che ha come obiettivi il compito di intervenire su tutto ciò che concorre a sostenere l’occupazione, prevenire e combattere la disoccupazione, mediante interventi sul capitale umano fatto di formatori professionali trasversali.
Inoltre, è giunto il momento di istituire la cattedra di Teatro per l’insegnamento nelle scuole. L’unica disciplina artistica ancora esclusa dall’insegnamento curricolare è il teatro. Negli istituti di formazione artistica sono presenti danza, musica, canto, ma non il teatro, che pure è una delle espressioni artistiche più importanti.
All’insegnamento del teatro afferiscono diverse discipline Storia del teatro, Dizione e fonetica, Elementi di regia ecc. per dire solo di quelle teoriche e quindi più vicine ad un insegnamento scolastico tradizionale che, connesse a materie come lingua Italiana o Storia della letteratura, concorrono alla formazione completa dei ragazzi, tutte di grande importanza per l’elaborazione dei collegamenti interdisciplinari, l’organizzazione del pensiero e lo sviluppo delle mappe concettuali. Discipline che dovrebbero integrare le materie di studio già presenti tra i tradizionali curricula delle scuole, che invece essendone privi, ne evidenziano tutte le lacune.
Esistono Accademie e Facoltà universitarie che formano esperti in teatro. Come è possibile che poi non sia previsto l’accesso all’insegnamento a partire dalle scuole?>>
Con questo interrogativo, Napoli conclude le sue giuste osservazioni. Spesso si dimentica che i professionisti del teatro e dello spettacolo sono tanti e vanno tutelati