Piscinola: da sabato al T.A.N. arrivano i “Rifiuti” di Roberto Russo

È grazie all’estro drammaturgico di un autore come Roberto Russo, l’apprezzato commediografo di testi come “NeroLuce”, “Il Re”, “Il grande Cirillo”, “La camorra sono io”, “Mortal Kabaret” e “Silvia e i suoi colori”, che dal 22 aprile, al Teatro Area Nord, sarà di scena la nuova commedia “Rifiuti- Il primo giorno”. Tant’è che dopo aver portato i suoi lavori nei più significativi teatri nazionali ed aver ottenuto nel tempo, alcuni altri prestigiosi riconoscimenti, oltre che il personale plauso di Giorgio Strehler, quale vincitore del “Laboratorio di Drammaturgia del Piccolo Teatro di Milano, Russo, collocabile, tra gli attuali protagonisti di quella corrente artistica definita della “Nuova Drammaturgia Napoletana”, si presenta nuovamente al pubblico. Per tutti, con l’utilizzo di un’interessante commistione linguistica ed a tratti, al ritmo dell’endecasillabo, quasi a voler raggiungere quell’eccellenza della nostra tradizione poetica, un lavoro capace di sconquassare l’animo dello spettatore proiettato in una dimensione disperata fatta di solitudine umana e devastazione. Diretto da un autorevole regista come Gianni De Feo, da sempre diviso tra il teatro di “ricerca” e quello “classico” fino a giungere al “musicale” con personaggi come Michael Aspinall, Paola Borboni, Fiorenzo Fiorentini, Romolo Siena, Sylvano Bussotti, Roberto De Simone, Tato Russo e Lindsay Kemp, “Rifiuti” – così come scrive lo stesso autore Russo nelle sue note – propone “Voci e Suoni in uno spazio invaso da detriti, oggetti e frammenti di un “qualcosa” che è finito. Una struttura di legno, un’Arca, forse, o una zattera o un grottesco albero dalle braccia rinsecchite, troneggia sul Nulla… E due “dispersi”, Jacco e Loise, in uno scenario apparentemente di fantasia, certamente surreale, ma non troppo lontano… “Rifiuti”. Ciò che è, e ciò che appare. Una fantasia “acida” o una premonizione… La ricerca di un senso in una storia collettiva senza senso. Voci e Suoni. Ombre in un ambiente devastato. Frammenti di “qualcosa” che è finito o che, forse, attende un Nuovo Inizio. “Rifiuti” che, “ in apparenza”, parla di “altro”, fino a svelarsi…” 

In scena al T.A.N. di Piscinola dopo l’anteprima stampa del 21 aprile alle ore 18.00, sabato 22 aprile alle ore 21.00 e domenica 23 aprile alle ore 18.00, “Rifiuti”, puntando su di un attore e mimo come Sergio Di Paola,componente del “Team dei Clown” del Cirque du Soleil ed artefice di alcuni prestigiosi laboratori sulla “Commedia dell’Arte e su Imma Pagano già impegnata con il regista De Feo nel lavoro “Ritratti” (libera elaborazione del testo “Ritter Dene Voss” di Thomas Bernhard) porterà in palcoscenico un’attenta analisi di quelle che potrebbero essere le terribili conseguenze della degenerazione umana e della totale perdita delle identità culturali. Con gli altri attori Ida De Rosa e Lorenzo Russo ed ancora, con Caterina Bianco al violino, “Rifiuti- Il primo giorno” che vede all’opera anche Roberto Rinaldi per le scene ed i costumi, Fabio Palliola per le luci e la fonica e Maurizio Della Volpe per l’assistenza alla regia, proporrà uno spaccato su di un futuro possibile partendo dall’incontro di due misteriosi e stravaganti personaggi ai limiti del razionale come Jacco ( Sergio Di Paola) e Loise ( Imma Pagano) Così, dopo aver ottenuto con il testo“Visite fuori orario” la segnalazione al Premio Flaiano, essere giunto più volte tra i finalisti delPremio Fondi – La Pastora, aver presentato i suoi lavori al Teatro Elicantropo di Napoli, al Teatro Belli di Roma, al Teatro Nuovo di Napoli, al Teatro Trianon di Napoli, al Ridotto del Teatro Mercadante di Napoli ed ancora, dopo aver partecipato all’iniziativa “La Ferita- quattro autori contro la Camorra” svoltasi al Teatro De Poche di Napoli ed aver affidato il suo testo “Alla fine del Viale” ad un attore e regista come Enzo Moscato, l’autore Roberto Russo, con questo suo nuovo lavoro punta ancora decisamente l’indice contro le devianze di un’umanità allo sbando. “E’ il crepuscolo di un giorno che si spegne. Un giorno in cui il sole, lampada scura sospesa nel nulla, fiamma senza più vita, si è nascosto in qualche punto incolore del cielo senza lasciare più tracce di sé – scrive Gianni De Feo nelle sue note di regia- Sotto questo cielo di piombo respira a fatica la Terra, esanime, desolata, sommersa dai rifiuti di un’umanità costretta alla fuga… Ue’ jesce alloco! Fuimmo! Fujte! Sono le Ombre, voci trasportate dal vento il cui lamento a tratti irrompe simile al Coro delle antiche Tragedie, rimasugli di segni di vita in uno spicchio di terra abbandonata. In questo scenario cupo e rarefatto, da questo disordinato cumulo di rifiuti urbani, tra bidoni di immondizia e resti sparpagliati, emergono i due personaggi, ciascuno prigioniero del proprio destino… Unici superstiti. Si scontrano, si urtano, si offendono senza pietà. Si parlano ciascuno nella propria lingua. Ma nell’invenzione dei loro nomi, che suonano come luminose evocazioni nostalgiche, si delineano i tratti surreali delle loro esistenze… Jacco, l’attore, il buffone, il comico, il clown che vive arroccato sulla sua torretta, guarda gli eventi dall’alto di un’apparente saggezza… Loise, la borghese che vive in collina, trapiantata sin da piccola in un Nord tanto lontano dal mare, si muove alla ricerca della sua memoria, ignara di ritrovarsi sempre nello stesso punto e di inciampare negli stessi condizionamenti [] Il dialogo tra i due assume a tratti toni astratti, surreali, il nonsense di un teatro dell’assurdo, espressione proprio dell’assurdità dell’esistenza. Loise, vestita come una ex ballerina in disuso, protetta da un tulle e un lezioso ombrellino parasole, ci riporta all’evanescenza e all’incanto della signorina di Giorni Felici. Come Winnie, non vede la situazione infernale dentro la quale è sommersa e si dichiara felice [] Sarà Jacco a risvegliare la coscienza di Loise fino a quando quel dolore atavico, sommerso, il trauma di un’infanzia violata, verrà del tutto sradicato. E solo quando sarà svelato il segreto delle pagine legate dal filo rosso, in un rito catartico si ribalteranno i ruoli. [] Le voci delle Ombre finora incombenti, lamenti strazianti, si affievoliscono finalmente, svaniscono forse per sempre. O per un attimo. Un vento di speranza inizia a soffiare. Basterà perché il viaggio riprenda? Jacco ispirato esorta: Jesce sole, lucente incantatore! Come Adamo e Eva, Loise e Jacco possono ora dare vita a una nuova Terra. Si preannuncia così l’alba di un altro giorno. Il Primo Giorno!”

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