di Antonio Ambrosio
Dopo una passeggiata tra le stradine di Castinatelli di Futani puoi sentire il bisogno di fotografare i ricordi. Un fermo immagine di atmosfere, di sentimenti e di visioni che viaggiano nel passato.
Lì dove tra una salita ed una scala che si perde tra i monti, il gioco dei fanciulli ha fatto spazio al confronto con la meraviglia, interrogandosi sul come la ricerca dell’equilibrio in divenire di assetti poco stabili, potesse portare alla perfezione.
E così come d’incanto è bastato bussare e l’ambientazione è mutata, il viandante con passo lento ha potuto assaporare i diversi prodotti di chi, accorso a promuovere le proprie fatiche, ha conversato con gli abitanti aiutandosi affinché questo festival divenisse una festa del buon bere e del cibo sano di una volta.
Come i frutti della terra, frutti di stagione raccolti a decantare l’abbondanza artistica che il creato ha regalato agli uomini di questo territorio.
Uomini come Antonio D’Agosto, accorto sognatore, di cui puoi cogliere l’anticonformismo pragmatico di un fantasista del vino. Espositore eclettico, che rappresenta a pieno la gioventù innovativa del Cilento, un Cicerone chiamato a raccontare le prodezze naturali di quel succo ottenuto pigiando i frutti delle viti d’uva.
Dovuto è dire che la Pro-loco di Futani è stata maestra nel saper combinare tutti questi elementi, come un oste attento nell’accogliere i viaggiatori di passaggio, ha regalato con genuina passione un piatto innovativo, ma condito di forte tradizione, senza tralasciare le buone maniere dell’ospitalità, non chiudendo le porte a chi era in partenza ed invitando a ritornare per la prossima edizione del “Festival del Moscato e Spumante”.
Arrivederci Castinatelli…