All’Hotel Terme Manzi di Ischia tutto pronto per il “battesimo” dell’executive chef Giovanni De Vivo

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Giovedì 21 aprile 2016: una data da incorniciare negli annali della storia enogastronomica italiana. Da questo giorno incomincerà ufficialmente l’avventura di Giovanni De Vivo all’Hotel Terme Manzi (Relais & Chateau) di Casamicciola Terme a Ischia.

Chi è l’uomo che ha raccolto la sfida della struttura cinque stelle di lusso dell’isola napoletana?

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Angrese, poco più di quarant’anni, Giovanni è un po’ la negazione di ciò che nell’immaginario comune rappresenta lo chef stellato. Per una serie di motivi.

Discendente di una nota famiglia di pasticcieri locali, vanta un’esperienza più che ventennale. Reduce dalla riconfermata stella Michelin al “Flauto di Pan”, il ristorante gourmet di “Villa Cimbrone” a Ravello, di quest’uomo forse si contano più pregi che difetti.

Incominciamo dal primo. È uno chef stellato, certo, ma riesce a gestire con facilità anche un banchetto per centinaia di persone. Il segreto? Sicuramente l’operosità familiare. Ad Angri è ancora vivo nelle menti e nei cuori il gusto dei dolci della pasticceria di mamma e papà.

Continuiamo.

Lo chef stellato a volte sembra un superuomo. Giovanni De Vivo porta con sé un bagaglio di umiltà che lo fa risplendere nella costellazione degli stellati di casa nostra e non solo.

Ancora.

Lo chef stellato si dedica solo alla sua arte e trascura la famiglia. Giovanni è un lavoratore instancabile, dedito alla cucina, in grado di controllare davvero tutto, dalla lista della spesa all’impiattamento finale. Ed è anche un insostituibile padre e marito. Quando è in ferie, è quasi impossibile trovarlo da solo. È più probabile invece incontrarlo con Mena (la moglie), Rosita e Francesco (i figli).

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Sempre pronto a mettersi in discussione, quando mi ci sono imbattuta per la prima volta, abbiamo chiacchierato per circa due ore, come due vecchi amici, e, alla fine, mi ha salutato simpaticamente con queste parole: “Spero di non averti mai a pranzo o a cena”. Da lì, è nato un rapporto di amicizia e stima professionale, basato sulla profonda educazione di entrambi. Il rispetto che nutro nei suoi confronti ha rappresentato anche il motivo principale per cui, quando nei primi giorni di gennaio si era diffusa la notizia della conclusione dell’esperienza al “Flauto di Pan”, non mi sono permessa di chiedergli se la notizia corrispondesse a verità. Sebbene sia una giornalista, non mi piacciono i pettegolezzi gratuiti.

Lo chef che tra dieci giorni aprirà ufficialmente la stagione estiva dell’Hotel Terme Manzi non si sottrae mai al confronto con i più giovani e con chi è ancora incerto su come costruire il proprio percorso professionale. Infatti, quando dà un consiglio, sembra più un buon padre di famiglia che cerca di salvaguardare il proprio figlio da eventuali errori legati all’inesperienza.

Sarà per questo che da lui nessuno si sente mai giudicato per partito preso.

Quest’articolo non è un’apologia, siamo chiari. Il protagonista di questo racconto non ne ha bisogno.

In questo momento, Giovanni è a Ischia. Ci è arrivato ieri pomeriggio.

Qualche settimana fa, ci siamo sentiti per gli auguri di Pasqua. Non ci vedevamo dalla festa dell’Epifania organizzata da Alfonsina Longobardi presso il ristorante “Nonna Giulia” a Lettere. In quell’occasione, insieme a un altro chef stellato, Cristoforo Trapani, distribuì calze ai bambini ospiti di una casa famiglia.

Ci siamo organizzati per un caffè. Tra i reciproci impegni siamo riusciti a incontrarci il 30 marzo scorso a un famoso caffè angrese, a pochi metri dall’uscita autostradale. È inutile scrivere che siamo riusciti a chiacchierare tra una telefonata e l’altra ricevuta dallo chef, continuamente in contatto con la sua nuova sede di lavoro.

Che dire? Giovanni sa bene le responsabilità che lo attendono. Sarà l’executive chef di una delle strutture più belle della Campania. La sfida è ardua, ma ha tutte le carte in regola per vincerla. L’Hotel Terme Manzi ha tre sale ristorante che dovranno essere tutte attive ed efficienti per l’avvio ufficiale della stagione estiva: la cucina raffinata alla carta del ristorante “Gli Ulivi” (60 coperti); “Bouganville”, il roof garden in piscina (30 coperti) e il famosissimo “Mosaico”. Il ristorante gourmet, infatti, sarà aperto al pubblico dal 21 maggio prossimo, a un mese esatto dall’apertura della nuova stagione dell’Hotel Terme Manzi.

Che dire di più? Ad maiora.

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