È vero. Lo confesso. Ho un debole per Giulio Coppola. Più volte ho detto e ho scritto che è uno dei migliori. Me ne assumo tutte le responsabilità. Non a caso l’ho premiato. Alla seconda edizione di “Ritratti di Territorio” nella categoria chef emergente con altri miei due grandi amici: Lorenzo Montoro (Osteria Al Paese, Nocera Inferiore) e Gioacchino (Francesco) Vorraro (Braceria Bifulco, Ottaviano).
Ogni volta che entri in “Galleria” rimani a bocca aperta. È sempre in grado di stupirti. Gli dai fiducia e lui ti conduce su nuovi sentieri di gusto ai quali non avresti mai immaginato di avvicinarti.
Una nuova emozione l’ho vissuta l’altra sera. A #roadtripgragnano, una cena a sei mani che si è trasformata in un omaggio al regno della pasta di cui Giulio è orgoglioso di essere paesano.
Con lui altri due chef virtuosi del posto: Vincenzo Piacente e Domenico Stile. Insieme a Karen Philips hanno tracciato questo percorso per la valorizzazione di un luogo e delle sue tradizioni di gusto con uno sguardo anche verso la penisola sorrentina.
Non è stata casuale neanche la data scelta. Martedì 19 gennaio è stata la vigilia di San Sebastiano, patrono di Gragnano. Come tradizione, ogni anno, in piazza Aubry in onore del Santo si accende un falò proprio a due passi dalla “Galleria”.
Sarà stata l’atmosfera particolare. Sarà stata la devozione. Sarà stata la passione…
#roadtripgragnano si è rivelata un’esperienza unica. È vero da Giulio sono di casa, ma non potrò dimenticare la cortesia di Karen invitatami personalmente.
E sono stata ancora più lusingata quando mi sono resa conto che per una sorta di corrispondenza d’amorosi sensi sono stati lieti di avere anche le mie amiche compagne di avventura: Mariana Silvana Dedu, le cui foto sono sempre più belle di evento in evento; Maria Pepe (www.unarmadiotuttoper.wordpress.com), la giornalista che si occupa per questo blog della rubrica “Ricette e Bozzetti”; la foodblogger Lucia Iannicelli (www.igustosidilucia.wordpress.com). Asso nella manica: la mia amica Alfonsina Longobardi, patron di “Nonna Giulia”, come commensale.
Con queste premesse, il risultato era già certo.
Infatti, a partire dal benvenuto battezzato “Omaggio a Gragnano” (farfalle al salmone, spaghetti alle vongole, cannelloni alla sorrentina, pasta e patate con provola, candele alla genovese)
il messaggio dei tre chef è stato forte e deciso, direi quasi una presa di posizione netta: sollecitare iniziative per una valorizzazione seria e appassionata del paese che ha dato loro i natali.
Non potevano mancare i pani caldi
appena sfornati per accompagnare le pietanze.
Indovinato anche l’antipasto, i cui ingredienti (carciofo, burrata, alici) si sono fusi armonicamente per un sapore unico.
Indimenticabile per la vista e per il palato la pasta e patate con totani.
Così tenera che si taglia con un grissino la guancia di maiale dei Monti Lattari con fondente e rafano soffice di patate al macis.
Originale e comunque da ripetere il pre dessert alla pasta e fagioli che non avrei mai immaginato di riuscire a mangiare.
Entusiasmante il dessert con cachi, yogurt acido e crumble salato,
degna conclusione di una cena dove l’alta qualità degli ingredienti e la maestria degli chef l’hanno fatta da padrone. Come se non bastasse, non è mancata la sfilata di piccola pasticceria.
Non si può evitare di citare il vino che ha accompagnato le portate dal primo in poi: il Gragnano Doc dell’Azienda Scala di Gragnano, rappresentata per la serata dal rampollo Francesco.
A fine cena, il tris di chef ha salutato i golosi promettendo nuovi appuntamenti gustosi.
Foto di Mariana Silvana Dedu