Rito e mito convivono. E così, ogni anno, qualche giorno prima della festa gli agerolesi vivono nell’attesa del 17 gennaio, il giorno dedicato alla festività di S. Antonio Abate, il santo patrono, la cui statua è custodita nella Chiesa di S. Pietro Apostolo.
Anche quest’anno gruppi di volontari dell’associazione “S. Antonio Abate”, dal 9 al 12 gennaio, sono andati in giro per consegnare il tortano tradizionale. La tradizione di quest’omaggio si perde nella notte dei tempi. Nessuno sa quando è incominciata, ma tutti la perseguono. Più di un secolo fa, i tortani venivano portati in giro a spalla adagiati su bastoni di castagno. Per questo motivo, il pane ha assunto la forma intrecciata che vediamo oggi: due impasti di filoncini di pane intrecciati prima di essere infornati per la cottura.
Durante il giro il tortano viene consegnato ai residenti insieme al calendario dedicato all’evento. Le offerte rilasciate serviranno poi ad affrontare le spese per la festa.
Il giorno dell’attesa è il 16 gennaio. Si è svegli tutta la notte in attesa delle 4 di mattino quando i fuochi di artificio daranno l’avvio ufficiale alla festa, seguiti alla 5 dalla messa solenne durante la quale saranno distribuiti ai fedeli mini tortani con cigoli. Alle ore 9 poi l’uscita in processione di S. Antonio Abate, che si ferma a mezzogiorno nella chiesa di S. Matteo Apostolo da dove riprenderà alle ore 16. Al ritorno in chiesa alla frazione Pianillo, la solenne celebrazione con il Vescovo Monsignor Orazio Soricelli.