Domenica scorsa, è finito il Social World Film Festival. Per una settimana, Vico Equense e la sua bellezza paesaggistica sono state la scenografia di un evento svolto con passione dai suoi animatori. Il SWFF è davvero la festa di tutti. C’è Giuseppe Alessio Nuzzo, il direttore dell’evento che lavora incessantemente.

C’è il sindaco Giuseppe Aiello che non fa mancare il suo appoggio alla kermesse e apre le porte di tutti i luoghi cittadini ad attori, registi, produttori, giovani cinefili.

C’è Giuseppe Mastrocinque con i suoi ragazzi dell’Università del Cinema e della PM5 talent che porta una ventata di freschezza e professionalità. Sono impeccabili: giovani e impegnati, partecipano attivamente a masterclass, workshop e giurie. La magia avvolge anche i mostri sacri.

E così ti ritrovi di fronte Toni Servillo e Pupi Avati che non guardano l’orologio perché vogliono la soddisfazione degli aspiranti attori.

O ancora Mario Autore, giovane e famoso, che conserva ancora lo sguardo entusiasta dei bambini. Non è solo attore, ma anche autore, regista e compositore. E le lectiones magistrales con due docenti fuoriclasse: Fabiana Sera e Antonio Iavazzo.

Infine, il red carpet che sa di Hollywood, ma made in Italy. Per una sera, ognuno si sente star e si immortala tra selfie e foto di gruppo.

Cos’è che differenzia questa kermesse? Il sentimento. Ognuno è protagonista, costruttore di un tassello per l’unità del puzzle.
Che dire poi dell’accoglienza dei commercianti, degli albergatori? Varchi la soglia e ti accolgono come se fossi uno di famiglia. Ti ringraziano all’entrata e all’uscita.

Un altro mondo? No, un mondo carico di umanità dove al di là del ruolo che rivesti sei una persona e vai rispettata a prescindere. Diventa chiaro subito che solo Vico Equense poteva essere la patria di questo festival di 12 anni compiuti. Questa città ha chiara dentro di sé la missione che i due Peppe, Nuzzo e Mastrocinque, portano avanti con l’Università del Cinema e delle Arti dello Spettacolo.