di Maria Pepe
Il nostro libraio resistente Sergio Stile, in linea con il magnetismo dell’ autunno, ha selezionato per noi “Il rospo e la badessa. Venetia 1172”, edito da edizioni e/o.
Il romanzo storico intreccia il noir con un linguaggio esplicito e cinematografico.
Le atmosfere misteriose e affascinanti della più enigmatica città, Venezia, catturano il lettore e lo rendono parte attiva al fianco della sua altrettanto bella e seducente protagonista.
Siraca Caroso, madre badessa del convento di San Lorenzo, viene chiamata a San Giacomo in Paludo, convento sperduto nei meandri della laguna, per Perdere Gradenigo, una giovane monaca, a dire delle sorelle, indemoniata.
L’esorcismo dell’ombrosa badessa non funziona e Persede è, in fondo al pozzo, suicida e con un rospo in gola.
È stato il demonio?
È stato suicidio?
Altro si cela?
“Sicara non è una che lascia perdere”.
Con la fedele Brasca accanto, monaca brutta, ma assai intelligente, Sicara si ritroverà in un vortice di segreti, intrighi presenti e passati tanto di Venezia quanto suoi e delle nobili famiglie intente ad ottenere il potere. La situazione è tumultuosa e da questa dovrà sorgere il nuovo Doge.
Un caso che la suicida e Zelda, badessa del convento, siano figlie di nobili famiglie contrapposte?
La Venetia del medioevo, annientata da peste e lotte politiche e di potere.
La microstoria che sfocia nella macrostoria.
Gli usi e i costumi di una delle “città donna” più belle di sempre.
Le sue attrici principali, Siraca, Brasca, Persede, Zelda, le loro storie dolorose.
Storie intense come solo quelle di donne sanno essere. E fanno di questo romanzo un giallo storico che incuriosisce e arricchisce.
Perfetto per riempire i momenti di introspezione autunnale.
“Inutile insistere, le parole di Dio non riuscivano a scalzare i pensieri degli uomini”.
Alchemico e medievale.
Il rospo e la badessa. Venetia 1172
Con Stile, sì.