Nun tengo cchiù nient a vedé: il grido di liberazione degli allievi del laboratorio stabile di Casa Babylon Teatro

  

Appuntamento domani sera, alle 20,30, presso l’auditorium del Centro Sociale di Pagani. Lo spettacolo, conclusione del percorso della stagione 2021-2022, gode della regia di Nicolantonio Napoli, direttore artistico del sodalizio e della rassegna “Scenari pagani”. In scena dieci attori di età compresa tra i 15 e i 25 anni: Flavio Cascetta, Filomena Cercola, Giuseppe Esposito, Maria Camilla Falcone, Ylenia Maione, Gaia Napoli, Vincenzo Sabatino, Alfonsina Squillante, Giovanna Tortora, Francesco Venosti.

Si torna a respirare, dopo due anni di laboratorio condotto on line. Fondamentale è non fermarsi mai. Nicolantonio Napoli non l’ha mai fatto. E in verità, la sua scelta, per tanti anni, è stata un’oasi nel deserto. La conferma arriva dalle sue parole: “Quando abbiamo cominciato, nel 1996, sul nostro territorio non c’era nulla di uguale. Oggi è un fiorire di esperienze simili a ogni angolo”. Casa Babylon Teatro, da 26 anni, è un presidio a tutela dei luoghi. “Il nostro obiettivo è rimasto invariato – chiarisce Napoli – Più che insegnare a recitare, bisogna essere capaci di aiutare a tirare fuori da se stessi un essere nuovo, quasi sconosciuto anche al nostro specchio”.

In questo senso, Nun tengo chhiù nient a vedé ha trovato le parole per dire, quasi autonomamente, il proprio disagio di continuare a maneggiare questa arte nel tempo presente. Prende le distanze sia da un certo teatro fatto di maneggiamenti consumati, dalla sua crisi e dalla sua funzione rituale messa in discussione oggi, sia da un pensiero unico, ormai generalizzato secondo il quale tutto ci è conosciuto e tutto quanto ci è accessibile, il mondo è lì che aspetta noi e tutto il nostro ottimismo, a dispetto di una moderna Cassandra, come sempre derisa, sfottuta, temuta …

“Dimenticando che Cassandra non era una iettatrice, non tirava secce. Ma era una che teneva na vista potente, che ti oltrepassava, ti scrutava dentro e vedeva prima di tutti gli altri. Solo i numeri non azzeccava. Solo un terno…”

La mancanza di un pensiero ‘altro’, di un sistema economico alternativo e peggio di una politica senza visione sono azioni senza conseguenze solo per chi non vuol vedere; chi ha invece un minimo di ‘visione’ ha nella testa e nelle orecchie il mantra che una Cassandra 2.0 ripete a un mondo individualista, sul punto di arrendersi alla NON partecipazione…

“Tutto ciò che dovete sapere si svolgerà davanti ai vostru occhi e voi non lo vedrete!”

Adesso come allora non prevedo nulla di buono, non ho più visioni: “Nun tengo chhiù nient a vedé”.

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