Ottaviano: la “Braceria Bifulco” si conferma tappa obbligata del buongusto con Luciano Bifulco e lo chef stellato Salvatore La Ragione

Da sx: Luciano e Carmela Bifulco, Salvatore La Ragione

Il ricordo più bello delle festività natalizie appena trascorse sarà sicuramente la visita alla “Braceria Bifulco” di Ottaviano. Luciano è un amico fraterno. Non fa mancare mai il suo apporto a “Ritratti di Territorio”. Nonostante ciò non varcavo la soglia del suo locale dal 25 gennaio dello scorso anno. Troppo tempo, anche se mi sono più volte imbattuta negli inimitabili sapori del regno di questo ragazzo, amante del bello e del buono.

In via Lavinaio. ha creato qualcosa di straordinario e unico. Quando mi trovo di fronte a tanta bellezza, incomincio a vacillare e non mi sento all’altezza del posto. Sbaglio perché so che la “Braceria” fa parte della mia quotidianità e io sono una di loro. Il primo articolo su di loro è a firma mia ed ero una componente del “Bifulco Culinary Team” che partecipò agli “Internazionali d’Italia” a Marina di Carrara.

Comunque di rimando in rimando, finalmente il fatidico giorno è arrivato il 3 gennaio dell’anno appena arrivato.

Il 2018 è stato foriero di novità. Da dicembre è arrivata una stella ai fornelli. Parlo di Salvatore La Ragione, il cui nome non ha bisogno di presentazione. A lui da qualche anno il compito di curare la cucina e i piatti del ristorante di Gennaro Esposito (Ritratti di Territorio Food Award 2017) a Capri, il famoso “Mammà” (locale stellato). In attesa dell’estate si è fermato un po’ da Luciano.

Ho incontrato più volte Salvatore nella confusione delle manifestazioni enogastronomiche, ma non ho mai avuto la possibilità di chiacchierare con lui. Nello stesso tempo, mi sembra di conoscerlo da una vita, grazie ai racconti affettuosi e realistici di Aniello Somma, uno chef a 360° che ha scelto di sacrificare il suo genio alla formazione delle giovani generazioni scegliendo la docenza di Enogastronomia presso l’Istituto Alberghiero di Agerola.

Quindi alla domanda di Luciano relativa all’impressione ricevuta dallo chef attraverso i piatti gustati non posso che ribadire simpaticamente che Salvatore è “raccomandato” ed ero già sicura del risultato prima di addentare la prima pietanza.

Da sx: Luciano Bifulco e Salvatore La Ragione a fine servizio

D’altronde, se coniughi genio e sregolatezza il risultato è sempre sbalorditivo. Da un lato Salvatore, il genio, meticoloso, serio, dedito a ogni singolo ingrediente che tratta sempre valorizzandolo e rispettando le sue caratteristiche, qualità che gli riconoscono amici e colleghi; dall’altro lato c’è Luciano, esempio di sregolatezza, perché è sempre alla ricerca della perfezione e del miglioramento del suo locale, del prodotto giusto, del mantenimento dello standard di qualità. Per quanto possano o vogliano dire gli invidiosi, il nome di Luciano Bifulco in Campania e in tutta Italia è sinonimo di alta qualità ed è abbinato alla carne.

Ricercatore fine e lavoratore instancabile, non sottovaluta nessun evento. Riscontri la stessa qualità se mangi coccolato nel suo splendido locale o se lo incontri in postazione nell’ultimo evento di grido. Anche se ancora giovane, è un uomo di altri tempi, profondamente educato, che crede ancora nelle strette di mano e nell’impegno della parola. È innanzitutto una persona trasparente che non si nasconde dietro ai giri di parola o alle apparenze.

È anche un uomo libero e indipendente nella scelta di prodotti della dispensa. Come tutte le scelte di coraggio può essere inviso a qualcuno. D’altronde chi non è manovrabile, è sempre pericoloso, quindi è meglio far finta di ignorarlo. Ma in questi pochi anni, lo si voglia ignorare o meno, la “Braceria Bifulco” è diventata il regno della carne sapientemente preparata.

Un’ulteriore conferma la degustazione del 3 gennaio partita con lo spezzatino di riserva Bifulco con crema di pecorino e patate, seguita dalla caponatina di tonno di manzetta dei laghi conserva di pomodoro, scarola e salsa verde. Non mancano il carpaccio e la tartare di scottona di allevamento Bifulco, due capolavori a me cari perché hanno conquistato il mio palato qualche anno fa iniziandomi alla carne cruda fino ad allora mai mangiata.

Interessante il carciofo con cremoso di pecorino e salsiccia cruda di vitellone a cui segue la guancia di maialino.

Non manca il mio piatto preferito: gli ziti alla genovese con mela annurca e pecorino.

Sublimi i successivi piatti di carne, che si assaporano già con gli occhi e impossibili da descrivere perché vanno letteralmente mangiati lentamente. Non si tralasciano neanche i contorni.

Assolutamente da assaggiare il predessert, come i dolci che ugualmente non deludono.

Ancora una volta rimango senza parole per un luogo esteticamente bello e suggestivo, dove il buon gusto la fa da padrone. Nell’ultimo anno è stata riservata anche grande attenzione alla cantina con tante etichette importanti che campeggiano nello spazio enoteca.

Un altro dato importante da registrare è l’accresciuta attenzione al servizio di sala caratterizzato da personale cortese e professionale. Indovinata anche la presenza della signorina dedita all’accoglienza clienti.

Al di là di tutto, non dimenticherò la tradizionale chiacchierata di fine cena con Luciano che, salutato l’ultimo cliente, si è seduto al mio tavolo con Salvatore per parlare di cibo, stelle, passione.

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