Un bracciale rigido dall’ampio diametro, completamente fatto d’avorio, sulle bordature finiture di oro lucido. L’oro inserito con la tecnica della fusione fredda è presente sulla sua superficie esterna con intagli di linee curve ed ondeggianti. Un monile di tutto rispetto che cinge il braccio e cattura la vista. Il cupcake di Philly D’Uva, il “dolce” che si mangia per “primo”, il primo che si veste da “dolce”. Comunque lo si definisca, il finger salato dal cuore di provola e la copertura di pasta lunga,
resta un gioiello che interpreta con classe e raffinatezza gli echi etnici della tradizione popolare, espressione d’appartenenza e di forte sentimento identitario che si incontra, ma non si contamina, con gli usi e i costumi di diverse tradizioni. Un cupcake salato, un bracciale d’impatto, il binomio di ricette e bozzetti di questa settimana, un binomio fondato su etnie e identità differenti, ma non “indifferenti”. Una creazione di avorio e oro che non poteva che essere realizzato da Philly, la cuoca “orafa” a “domicilio del mondo”.
Foto Nicola Attianese