Si inaugura domani, mercoledì 14 dicembre, la ventesima edizione del festival di teatro e musica “Scenari pagani”. La prima dell’edizione che ha come tema “Cambio senso” è con Emma Dante, che mette in scena “Acquasanta”, una delle opere della Trilogia degli Occhiali, presso il Teatro del Centro Sociale di Pagani (SA) alle ore 21.00. Lo spettacolo sarà introdotto alle 20.30, come da consuetudine consolidata da tre edizioni, dall’AperiSpettacolo “Tarallucci e Vino”, curato da “Ritratti di Territorio” della giornalista Nunzia Gargano. Per la prima serata di percorsi del gusto alla scoperta dei volti che presidiano e promuovono le eccellenze enogastronomiche locali, torna il partner storico “Vini Santacosta” di Torrecuso (BN) che accompagnerà i sapori tradizionali dell’Agro Nocerino-Sarnese rivisitati dall’osteria la Pignata di Bracigliano (SA)
La rassegna organizzata da Casa Babylon Teatro, con la direzione artistica di Nicolantonio Napoli, torna per il ventesimo anno consecutivo a proporre nel salernitano una serie di spettacoli di alto livello artistico e culturale, che siano luogo d’incontro, riflessione e sovvertimento delle visioni predigerite e preconfezionate del mondo. Nessuno poteva inaugurare una rassegna nata e cresciuta con questi auspici meglio di Emma Dante, che mercoledì sera riceverà anche il premio Scenari pagani.
Gli spettacoli della Dante sono come un piatto ricco di sapori e profumi, possono risultare ostici, eccessivi ma non lasciano mai indifferenti. La cura dei dettagli, le scelte musicali, le tante metafore usate per ricreare luoghi e momenti nascondono nella loro semplicità visiva un lavoro attento e meticoloso. Le stelle diventano dei timer che scandiscono il tempo che passa, i ricordi e i pregiudizi come ancore sono i punti fermi della propria vita e bloccano una persona in quello che gli altri vogliono vedere.
Ad esaltare il lavoro della regia e del testo, c’è il lavoro fatto sulla e dalla persona in scena, in questo caso il bravissimo Carmine Maringola, che da solo ricrea mondi e personaggi diversi, racconta di bufere e i litigi con una fisicità e una mimica notevole. “O’spicchiato”, il protagonista ci aspetta in sala, ci accoglie con gli spruzzi della sua acquasanta tra il sorriso e gli sbuffi divertiti di chi, mentre si accomoda, viene colpito. Siamo subito catapultati nel suo mondo, nel suo viaggio tra i ricordi e il mare. Ancorato sulla scena si ritrova da solo, ma nella sua testa si affollano gli abitanti della sua nave, quella che non ha mai lasciato da quando si è imbarcato a quindici anni. E in questo continuo viaggiare attraverso bufere e soprusi, tra gli schizzi di acquasanta e le derisioni dei compagni di viaggio, ha scrutato le stelle e l’immensità come un pastore errante dell’Asia, ha conosciuto se stesso e la Terra, anche se non è mai sceso dalla nave per visitarla.
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Susy Pepe
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