Vinitaly 2025: le riflessioni di Andrea Moscariello

Questa edizione ha registrato numeri imponenti: 97.000 visitatori da 130 Paesi, 4.000 espositori e una crescente attenzione da parte di buyer qualificati, soprattutto da mercati strategici come Stati Uniti, Germania e Regno Unito.

Ma dietro le cifre, ciò che emerge più di tutto è l’energia delle persone, la voglia di raccontare territori, progetti e identità attraverso il calice.

Molti i temi centrali di quest’anno: l’intelligenza artificiale applicata alla viticoltura, l’export post-pandemia, le sfide legate al cambiamento climatico e al consumo consapevole.

Il vino italiano oggi si muove tra il rispetto della tradizione e il bisogno di innovare, e Vinitaly rappresenta un osservatorio privilegiato per coglierne l’evoluzione, una sorta di lente di ingrandimento su un settore in continuo movimento.

E quando si chiudono i padiglioni e si spegne il brusìo dei corridoi, resta la sensazione nitida di far parte di una comunità viva, in movimento, capace di guardare avanti.

L’esperienza in fiera

In questa edizione Andrea Moscariello ha trovato ispirazione nel dialogo diretto con chi lavora ogni giorno la vigna, con chi sperimenta in cantina e con i colleghi che lavorano sul fronte della comunicazione e del servizio.

E’ stata anche un’occasione per confrontarsi con produttori storici e nuove realtà emergenti, tutte accomunate da una ricerca sempre più forte di autenticità, sostenibilità e riconoscibilità.

La conclusione della manifestazione ha portato nuovi contatti, idee fresche, vini che meritano di essere raccontati e soprattutto la conferma che questo mestiere, fatto di assaggi, parole, ascolto e passione, ha ancora tanto da dire.

* Un ringraziamento speciale a Freschi&Bufano, Piccoli, ITA Trade Agency e Coldiretti Italia per aver voluto Andrea Moscariello come Wine Ambassador di Vinitaly 2025.

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