“Il fiume Sarno”: il grido di ribellione del corso d’acqua più inquinato d’Europa nell’ultimo brano di Amalinze

“So malato pe chesto te stai ammalanno”.

È questa la frase che chiude Il fiume Sarno, il nuovo brano di Amalinze, e ne racchiude il significato più profondo: la salute del fiume è anche la nostra salute. Non si tratta di una semplice metafora, ma di una verità concreta, biologica, quotidiana. Prendersi cura del fiume non è solo un atto di rispetto verso la natura, ma un gesto di tutela verso noi stessi.


Il fiume Sarno non è un’accusa generica, ma un invito collettivo alla consapevolezza. Anche chi non si sente toccato da vicino, anche chi non si cura della sofferenza delle piante o degli animali, dovrebbe riflettere sul fatto che dall’acqua che inquiniamo dipende la nostra vita. L’acqua che scorre nel fiume finisce nei campi, nelle case, nei corpi.

Francesco Nacchia – Amalinze

Nel brano, il Sarno prende voce. Si racconta come un essere vivente ferito, accusato, frainteso. Non un mostro, ma una vittima. Non un nemico, ma un elemento vitale del territorio, inquinato e sfruttato da scelte umane irresponsabili. Le strofe, intense e dirette, parlano di industrie che scaricano veleni, di coscienze che dormono, di colpe scaricate altrove; ma non per puntare il dito: piuttosto per invitare a guardare le cose da un altro punto di vista.
Il ritornello, di sapore popolare e arcaico, si ispira a una poesia di Zi’ Peppe ‘e Pigliuocco, figura storica del territorio e voce instancabile per la tutela del fiume. Le sue parole sono diventate cuore pulsante del brano:

“A zumb a zumb e jammarielle
A zumb a zumb e uagliuncielle
A zumb a zumb e ranugnelle
È ‘na ballata e tarantella…”

È una tarantella antica e nuova allo stesso tempo. Un canto che attraversa le generazioni, un ritmo che unisce anziani, bambini, rane, pesci, alberi, e persone. Un invito a danzare insieme, verso una coscienza comune.
Con Il fiume Sarno, Amalinze ci ricorda che l’ambiente non è qualcosa “fuori” da noi. Siamo noi. E che salvare il fiume non è solo un gesto nobile, ma un atto d’amore. Un atto di futuro.

Il brano dura 4 minuti e 41. Può essere ascoltato sulle piattaforme Youtube e Spotify. Il mixaggio è opera di Rec. Mix & Master Marco ‘Marcos’ Pisano. La copertina è di Vincenzo “Venoki” Tortora (Premio Ritratti di territorio 2023)

BIO
Francesco Nacchia, in arte Amalinze, classe ‘89 da Pagani (SA), ha pubblicato 9 progetti tra album, EP e mixtape, per un totale di oltre 80 brani. Il suo ultimo album BEYOND (maggio 2023) nasce dalla collaborazione con il producer Vastiprod e include featuring con artisti come Andrea Tartaglia e Marilena Vitale. La musica di Amalinze si distingue per l’intreccio tra radici territoriali, critica sociale e contaminazioni sonore. Nel 2022 lo scrittore Gerardo Sinatore gli ha dedicato il libro Prof. Amalinze, definendolo “l’unico cantautore-performer che restituisce al rap la sua originaria Nobiltà Popolare”. Vincitore del Giffoni Rap Contest 2019 con giuria presieduta da Don Joe, ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui Ritratti di Territorio (2020), Squarciare i Silenzi (2015), Francesco) e il premio Gatta Cennerentola (2023). Ha calcato numerosi palchi in festival e club, affermandosi come una delle voci più autentiche e consapevoli della scena campana.

CONTATTI
Instagram @iamalinze
Spotify Amalinze
eMail amalinzestaff@gmail.com
Sito https://www.amalinze.it/

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