di Maria Pepe
Il cappuccino lo prendiamo con Goliarda.
L’arte della gioia di Goliarda Sapienza, edito da Einaudi, il libro di questa settimana.
Da poco trasposto in serie tv per la regia di Valeria Golino, il disarmante genio della scrittrice più controversa e travolgente del panorama italiano ci svela Modesta, protagonista del romanzo e suo, per certi aspetti, alter ego.
Goliarda come Modesta troppo per un mondo buonista e piccolo borghese.
Modesta lo è solo nel nome.
Famelica, volitiva, quasi spietata, ferma nella volontà di prendere quanto le è stato negato per nascita e condizione.
Il fantasma di un padre violento torna a turbare le misere esistenze di lei, della madre, della sorella disabile.
Una nefasta sera, dalle fiamme, porta luce a Modesta, unica sopravvissuta.
Resta viva e va al convento. La benevolenza, soprattutto testamentaria, della madre superiora le aprirà un mondo nuovo. Gradatamente cultura e nobiltà, Modesta principessa diverrà, segneranno il suo percorso.
L arte della gioia è un’efferata partita a scacchi, persone le pedine.
Nulla vale più della propria gioia.
Il distacco e la capacità strumentale di fare scacco senza rimorso o titubanze.
Un’opera elogio del lato oscuro.
Manuale umano della scientificamente perfetta teoria dell’ evoluzione.
“In un lampo capii che cosa era quello che chiamano destino: una volontà inconsapevole di continuare quella che per anni ci hanno insinuato, imposto, ripetuto essere la sola giusta strada da seguire”
L’arte della gioia.
Lucidità e follia.
Letalmente, sì.