di Vincenzo Sabatino
Ieri sera, al teatro Bellini di Napoli l’ultima replica di Extra moenia, uno spettacolo di Emma Dante.
In sessanta minuti una rappresentazione della quotidianità, con le sue contraddizioni, con i suoi vizi, con le sue complicazioni.
I personaggi sono il ritratto di persone comuni che potremmo incontrare ovunque nelle nostre giornate, volti che rappresentano lo spettro di una comunità distrutta, confusa, alla ricerca di qualcosa.
Tutto quello che succede fuori dalle mura domestiche si sussegue fuori dallo spazio predefinito.
Non si può raccontare cosa sia successo o perché sia successo.
La trama non segue uno schema ben preciso, ma lo spettacolo è perfetto, senza nessuna sbavatura.
Dopo la sveglia mattutina, tutti pronti per affrontare il giorno, diretti da un fischietto con continui annunci di ritardi, tartassati dai divieti.
Un salto nell’infanzia di una giornata frenetica, trascorsa in strada a giocare a pallone con le maglie delle squadre del cuore. La signora del piano di sopra che non vuole restituire il pallone, il “bambino” con la maglia di Brunori, bomber del Palermo, a implorare la perfida signorina per la restituzione del pallone.
È il racconto di una giornata come tutte le altre, ma talmente reale da sembrare surreale.
In Extra moenia c’è amore, fame, frenesia, guerra, violenza, l’atrocità di uno stupro.
La giornata di questa comunità si conclude con una lenta immersione in un mare di plastica.
La compagnia
Alla regia: Emma Dante
In scena: Verdy Antsiou, Roberto Burgio, Italia Carroccio, Adriano Di Carlo, Angelica Di Pace, Silvia Giuffrè, Gabriele Greco, Francesca Laviosa, David Leone, Giuseppe Marino, Giuditta Perriera, Ivano Picciallo, Leonarda Saffi, Daniele Savarino