di Maria Pepe
“La solitudine e la povertà sono il luogo dove fioriscono le rose”.
Questa settimana libri e cappuccino fa un salto a teatro.
Il protagonista di oggi sarà in scena il prossimo 8 febbraio all’Auditorium Sant’Alfonso di Pagani per la rassegna Scenari pagani 27.
“Un’ ultima cosa” di Concita De Gregorio, edito da Feltrinelli.
Dodici sono le donne.
Dodici i funerali.
Dodici i discorsi d’addio.
A farli sono loro: Dora Maar, amante sofferente di Picasso; Amelia Rosselli poesia e musica fuori mondo; Silvina O Campo poetessa, scrittrice con nelle vene la pittura, per troppo tempo segreto della letteratura argentina, e le altre.
Donne di fuoco, vive e consumate dal loro ardore.
Anime grandi, troppo, per il tempo vissuto eccessivamente indietro, perso nelle sue tarde convenzioni rispetto alla loro libertà.
Libertà d’amore, di talento e di passioni.
Troppo forti e per questo legate all’ombra di un sentimento, di un uomo, di qualcosa.
Ecco però che giunge la morte e in essa la presa di posizione, il riscatto.
Si alzano, prendono la parola e dicono di sé “un’ultima cosa”.
Concita usa le parole delle stesse o di chi, a loro vicino, le ha usato per dirne e ci consegna uno scritto bruciante di fiamma salvifica.
“Una rosa è una rosa”.
Un’ ultima cosa.
Fuoco e salvezza,
A teatro, sì.