di Maria Pepe
Un testo sacro che ha nella fallente natura profana dell’umano il suo dogma.
“Il libro dell’inquietudine” di Fernando Pessoa apre il settembre di “Libri e cappuccino”.
Nel mese in cui tutto comincia e ricomincia, una guida imperfetta fatta di altalenante sentire.
Un ritratto dettagliato della materia uomo.
Vita, morte, animano i punti cardinali.
Bernardo Soares, l’ altro Pessoa, in maniera aperta e spettinata, riflette sul buio.
Un buio personale che punta e trafigge l’universo attraversando l’angoscia.
Lo specchio che riflette il vivente, al quale alcuna creatura è in grado di mentire, il vero volto dell’ aiuto contabile di Lisbona e della sua inquietudine.
Una vita amara erosa dal tempo di cui ci si alimenta con avida dipendenza.
“Cala il sipario su ciò che non è stato”.
Una notte che non vedrà mai il sorgere del giorno eppure…
È nelle tenebre che l’io si muove ed accetta, attraverso l’asprezza della presa coscienza, la resa al sé del suo destino.
“La gloria notturna di essere grande non essendo niente”.
Il libro dell’ inquietudine:”Muoversi è vivere, dirsi è sopravvivere”
Sì!!!