di Maria Pepe
Può il taglio della morte recidere un affetto e le vite ad esso legate?
Cambiare l’ acqua ai fiori di Valerie Perrin, edizioni e/o, con una penna leggera ed ironica, affronta ed elabora il dolore del lutto, lo mette al centro della quotidianità vissuta, lo lesiona e dalle crepe fa entrare la luce.
Violette Toussaint ha smesso di vivere. Troppo forte è la perdita, troppo forte è la mancanza.
Ma proprio nel luogo che celebra la fine tornerà alla vita.
Sasha, guardiano del piccolo cimitero della Borgogna, di cui Violette prenderà il posto, lo strano omino dall’ esistenza colorata e dai tanti dettagli pieni di calore, ne vedrà da subito la sofferenza.
Senza chiederle il permesso, nella più, di lei, completa inconsapevolezza, l’avvierà alla guarigione.
Lì in quel piccolo giardino francese di “sogno eterno” lei capirà la morte e la rinascita che questa porta con sé.
Il legame tra le due dimensioni, gli intrecci di vite all’apparenza estranee le une alle altre attraverso uno spazio-tempo che si muove nel tempo.
L’attenzione al ricordo, all’ esempio e il continuare in questo di chi non è più. Il coinvolgerli nel proprio presente, come parte attiva, li farà continuare a crescere, in un divenire fatto di anni e compleanni che passano e si compiono.
Presto Violette capirà che quelle vite di cui scrive nel suo diario cimiteriale hanno ancora molto da dire e da chiedere. L’ arrivo di un gentile e affascinante malinconico commissario di Marsiglia, Julian Seul, e il suo scopo, saranno per lei conferma di questo.
Un amore clandestino, antico e perduto, si ritroverà proprio nell’eternità della sepoltura. A sua celebrazione e consacrazione il sorgere di un amore nuovo.
Violette e Julian vivranno un sentimento limpido e risanatore. L’amore vero è silenzioso.
Valerie Perrin in una danza di flashback, giocando con l’emozione del ricordo e del passato ha dato a noi un libro necessario che conforta e avvicina. Un balsamo ristoratore di cui non si può fare a meno.
Un romanzo di resurrezione che affronta e capisce la morte, portando l’altrove nella realtà terrena.
La perdita non è dolore, non è mancanza.
La perdita è vita che ripara.
Non vi è assenza dove vi è continuità.
“Crediamo che la morte sia un’assenza, e invece è una presenza segreta”.
Cambiare l’acqua ai fiori.
Risanatore e consolatore.
Eternamente, sì.