di Maria Pepe
Una saga familiare. Un romanzo storico. Un nuovo classico. “I Leoni di Sicilia” di Stefania Auci, edito da Edizioni Nord, è vibrante e dirompente. Una scrittura viva, piena di grazia, fatta solo di parole belle. Ci mostra le vite della famiglia Florio. Riscatto, ambizione, determinazione, dignità. In origine, Paolo e Ignazio, fratelli uniti nella loro diversità, visionari pionieri del Sogno. È il 1799, da Bagnara Calabra arrivano a Palermo. L’ascesa comincia con la bottega di spezie sino ad arrivare ad una compagnia di navigazione, passando per il commercio di zolfo. Poi tocca a Vincenzo, figlio di Paolo. La scalata continua con le cantine Florio ed il Marsala, la tonnara e tutto il vortice del potere che ne verrà. Sullo sfondo, l’ espressione più viscerale della storia d’ Italia: i moti del 1818, Garibaldi. Uomini forti ed esemplari nelle loro debolezze con accanto donne altrettanto meravigliose. Giuseppina, moglie di Paolo, e Giulia, donna di Vincenzo. Due volti della stessa medaglia.
Il sacrificio e la ribellione, entrambi forti nell’amore, che tutto sacrifica e tutto vince.
“Se per te una persona è ragione di vita, non c’è nulla che tu non possa affrontare. Ma, se stare accanto a una persona è un obbligo o, peggio, un dovere che senti di dover assolvere, allora no, non devi farlo. Perché ci saranno i giorni in cui non riuscirete a parlarvi e litigherete. Vi odierete a morte. “Se non troverete qualcosa che vi unisce veramente, non avrete mai la serenità. E non parlo del rispetto reciproco o della frenesia dei baci, ma dell’affetto, della certezza di poter avere una mano da stringere ogni notte dall’altra parte del letto”.
Stefania Auci consegna con questo capolavoro, ad ognuno di noi, le coordinate del cuore. Famiglia, identità, amore, appartenenza. Una lettura di cui l’estate ha assolutamente bisogno.
Un’immersione nelle terre di Sicilia attraverso le pulsanti pagine dei “Leoni”.
“L’aria di primavera è tiepida. Sa di mare e sangue”.
Una letteratura che mancava da tanto.
I Leoni di Sicilia.
Supremo e vibrante.
Passionalmente, sì.