In un momento in cui il settore enogastronomico è stato messo a dura prova, per fortuna c’è chi rimane fedele a se stesso e alle sue idee.
Federica Gatto e Salvatore Avallone sono la coppia entusiasta di “Cetaria” a Baronissi, un ristorante di gusto curato nei minimi particolari che ha fatto sempre molto parlare di sé. Nel settembre scorso, hanno trovato anche il tempo di organizzare il matrimonio.
La loro carica di vitalità non li ha mai abbandonati. Li trovi sempre lì, in piazza della Repubblica.
Federica è una signora della sala, appassionata di vini, perfezionista. Se ti affidi a lei, l’abbinamento cibo vino diventa una sinfonia.
Salvatore è poliedrico e vivace. Nella sua filosofia culinaria, porta il luogo natìo, Cetara, e l’esperienza da giornalista. Quando varchi la soglia, i confini geografici si annullano. Entri nello splendido mondo incantato di Cetaria. Noi ci siamo stati il 7 dicembre scorso. Ci mancavamo da qualche anno. E ci siamo ritrovati in un luogo diverso da quello che conoscevamo: nuova disposizione, nuovo arredo, nuova proposta di piatti.
E’ stata una serata di coccole, a partire dall’aperitivo: tonno e pappaccelle, risotto alla pescatora, cheesecake di alici e prezzemolo.
Che dire poi del pane al lievito naturale con farina di semola e farina integrale,
burro alle erbe della macchia mediterranea, grissini al burro di bufala e sale maldon;
e del baccalà, fagioli e ‘nduja, protagonisti dell’antipasto?!
I primi confermano la visione di Salvatore in cucina dove si fondono ideologia, estetica e sapore. Il risotto alla zucca e parmigiano, gamberi rossi e tartufo è un piatto gustoso ed equilibrato che permette al palato di riconoscere tutti gli ingredienti.
I tortelli al blu di bufala, verdure arrosto e aceto di riso sono un’ulteriore conferma.
Batticuore per carciofi, topinambur e mozzarella, il cui assaggio riporta l’immagine di un centro storico avvolto nel fumo dei carciofi arrosti nell’attesa del giorno che scandirà la festa con balli al ritmo di nacchere e tammorre. Indovinate il paese, adesso!!!
La cura dei particolari continua con il sorbetto al limone, basilico e ananas;
il cremoso al cioccolato bianco, lamponi e abete perché il Natale ha sempre il suo fascino;
la piccola pasticceria (tartelletta alla crema diplomatica e cioccolato, bignè alla nocciola, pralina fondente, uvetta e tartufo) accompagnati da un bicchiere di passito.
Finita la cena, dopo una lunga chiacchierata interrotta solo dall’ora tarda, andiamo via con la consapevolezza di trovarci di fronte a due ragazzi che, in uno scenario critico per il settore a causa della pandemia, sono riusciti a rimanere a presidio del territorio, al loro posto.